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AIOM, AL VIA IL XXII CONGRESSO NAZIONALE “FORTE L’IMPATTO DELLA PANDEMIA, MA NESSUN PAZIENTE È RIMASTO INDIETRO”

Ieri il Presidential Address. “Le Raccomandazioni per tutelare i malati fragili dal virus”
Il Presidente Giordano Beretta: “Le nostre Linee Guida pubblicate su riviste scientifiche”

 

“La prima ondata della pandemia, la scorsa primavera, ci ha travolto e ha cancellato molte attività che avevamo programmato. La pandemia ha costretto a interrompere gli screening, a rinviare gli interventi non urgenti, è stata sospesa quasi tutta la diagnostica strumentale e i follow up sono stati svolti via telefono o mail. Non solo. In Italia è stato rinviato circa il 40% degli interventi chirurgici oncologici. Non c’erano posti letto. Non c’erano ambulanze. E, in base ai dati della Società Italiana di Cardiologia (SIC), vi è stata una riduzione del 50% dei ricoveri nelle unità di terapia intensiva coronarica ed è triplicata la mortalità per infarto miocardico”. Con queste parole, ieri Giordano Beretta, Presidente AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e Responsabile Oncologia Medica Humanitas Gavazzeni di Bergamo, ha aperto la cerimonia inaugurale del XXII Congresso Nazionale della Società scientifica. “In particolare, a Bergamo, l’emergenza ha assunto le dimensioni di un vero e proprio tsunami. All’Humanitas Gavazzeni del capoluogo lombardo, le sale operatorie sono state convertite in terapie intensive. L’OBI (Osservazione Breve Intensiva) è più che quadruplicata e siamo arrivati a 40 ricoveri giornalieri in un ospedale da circa 210 posti letto”. I problemi incorsi sono stati, da un lato, la gestione della paura, la mancanza di DPI, la necessità del distanziamento fisico. Dall’altro il bisogno di proseguire l’attività, con i pazienti che temevano di infettarsi e di correre maggior rischi di complicanze e di morte, e con gli operatori impegnati nei reparti Covid. Le strutture sono state costrette a individuare spazi e personale. “Ero impegnato in prima linea – ha spiegato il Presidente AIOM -. Per questo, alla fine di febbraio, ho deciso di autosospendermi dal ruolo di Presidente, con il passaggio delle competenze al Presidente eletto. Ringrazio la giunta AIOM per il prezioso lavoro svolto durante quella fase. L’attività di AIOM non si è fermata. E nessun paziente è stato lasciato indietro. Abbiamo promosso numerose raccomandazioni. Non abbiamo voluto stilare un decalogo per evitare di creare confusione negli utenti, dal momento che esisteva un catalogo del Ministero della Salute. Inoltre la circolazione di un numero eccessivo di informazioni può essere più virale del virus… Abbiamo anche considerato il fatto che i pazienti oncologici, soprattutto se in trattamento chemioterapico, sono già abituati al rispetto di alcune norme igieniche, come il lavaggio frequente delle mani o l’eventuale uso della mascherina”. Da inizio marzo, AIOM ha realizzato le prime comunicazioni sulla situazione che stava diventando più seria e complessa. “Il contenuto delle nostre raccomandazioni si richiamava a regole di buon senso, come la valutazione del rapporto rischio/beneficio nei trattamenti, la riduzione delle attività ambulatoriali di follow up e il blocco dell’accesso ai day hospital ai pazienti con sintomatologia da Covid – ha affermato Giordano Beretta -. Con SICO (Società Italiana di Chirurgia Oncologica) e AIRO (Associazione Italiana Radioterapia e Oncologia Clinica) abbiamo elaborato le raccomandazioni per la prosecuzione del trattamento del tumore in regime di emergenza Covid-19 e altre raccomandazioni con SIE (Società Italiana di Ematologia) e AIRO per assicurare il proseguimento delle terapie salvavita per tutti i pazienti oncologici e onco-ematologici. Ci siamo impegnati insieme a Fondazione Insieme contro il Cancro, alla Società Italiana di Ematologia, alla Società Italiana di Cardiologia e a Fondazione Italiana Cuore e Circolazione, per l’istituzione, lo scorso giugno presso il Ministro della Salute, del Tavolo Tecnico per affrontare tutti gli aspetti tecnico-scientifici riguardanti la gestione dei pazienti oncologici, oncoematologici e cardiologici durante la Pandemia”. Da questa esperienza è nata recentemente FOCE, la ConFederazione degli Oncologi, Cardiologi e Ematologi. “È la prima alleanza al mondo che unisce gli esperti che trattano le grandi patologie di queste tre aree mediche, che interessano più di 11 milioni di cittadini in Italia – ha continuato il Presidente AIOM -. Sono pazienti fragili che, se contagiati dal Covid-19, rischiano gravi conseguenze, fino alla morte. FOCE intende collaborare con le Istituzioni per affrontare l’emergenza sanitaria in corso, indicando proposte concrete in grado di coniugare continuità di cura e sicurezza dei pazienti: dalla definizione di linee guida e protocolli di trattamento uniformi, alla strutturazione della telemedicina fino alla ridefinizione del rapporto con la medicina del territorio. Per questo FOCE ha inviato una lettera con una richiesta di incontro al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, e al Presidente Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Stefano Bonaccini”. AIOM ha anche modificato il suo regolamento sul patrocinio degli studi clinici, per promuovere sperimentazioni sul Covid in oncologia. Cosa abbiamo imparato o dovremmo aver imparato? “Innanzitutto la possibilità di gestire il follow up a distanza – ha spiegato -, nuove modalità e tempi di gestione delle terapie orali e sottocutanee, il ruolo fondamentale delle reti oncologiche e il rapporto da ridefinire con la medicina del territorio. Inoltre abbiamo imparato che non sempre abbiamo la possibilità di offrire un trattamento efficace ma possiamo alleviare la sintomatologia e possiamo ritardare alcuni trattamenti di linea avanzata, e abbiamo appreso che una parte dei nostri trattamenti va gestita ambulatorialmente e che la telemedicina è utile per i follow up ma occorre una miglior integrazione con il territorio. Dobbiamo imparare a disegnare meglio i percorsi. Inoltre non dobbiamo dimenticare il ruolo della metodologia. Servono dati e obiettivi prima di avviare una sperimentazione”. Anche quest’anno, AIOM con l’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM), la Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica (SIAPEC-IAP), Fondazione AIOM, PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) e PASSI d’Argento, ha realizzato il volume “I numeri del cancro in Italia 2020”, presentato l’8 ottobre in una conferenza stampa a Roma all’Istituto Superiore di Sanità. “Sono 377.000 le nuove diagnosi di cancro stimate nel 2020 nel nostro Paese, cioè 1.030 al giorno – ha spiegato il Presidente AIOM -. Risultano in calo, in entrambi i sessi, i tassi di incidenza per i tumori di stomaco e fegato. Emblematico il ‘caso’ del colon-retto, in netto calo in entrambi i sessi, grazie all’efficacia dei programmi di screening. Nel 2020, i tassi di incidenza di questa neoplasia sono in diminuzione del 20% rispetto al picco del 2013. Aumentano invece le diagnosi di melanoma e di tumore del pancreas in entrambi i sessi. Tra le donne, continuano a salire i numeri del carcinoma polmonare, in particolare nelle over 70, principalmente a causa del fumo di tabacco, abitudine molto diffusa nelle cittadine a partire dalla fine degli anni Settanta. In crescita anche il carcinoma mammario, soprattutto nelle under 50, anche come conseguenza dell’estensione della fascia d’età sottoposta a screening in alcune Regioni”. Un altro dato importante è quello relativo alla riduzione complessiva dei tassi di mortalità stimati nel 2020 rispetto al 2015: sono in diminuzione sia negli uomini (-6%) che nelle donne (-4%), grazie ai progressi ottenuti nella diagnosi e nei trattamenti. “In controtendenza – ha evidenziato Giordano Beretta - il tasso di mortalità per il carcinoma polmonare nelle donne, in incremento del 5,2% (nei maschi, invece, si riduce dell’11,2%) e che evidenzia ancora di più il lavoro da svolgere in termini di prevenzione primaria, informazione e formazione della popolazione”. Considerando tutte le neoplasie, l’efficacia delle campagne di prevenzione e delle terapie innovative determina un complessivo aumento del numero delle persone vive dopo la diagnosi: sono circa 3,6 milioni (3.609.135, il 5,7% dell’intera popolazione), con un incremento del 37% rispetto a 10 anni fa. “Almeno un paziente su quattro (quasi un milione di persone) è tornato ad avere la stessa aspettativa di vita della popolazione generale e può considerarsi guarito – ha affermato il Presidente AIOM -. Anche se il limite temporale dalla diagnosi per indicare la guarigione è variabile in relazione alle diverse neoplasie e al sesso, è stato stimato che oltre la metà delle donne, a cui è stato diagnosticato un cancro, sono guarite o destinate a guarire (frazione di guarigione del 52%). Tra gli uomini, questa percentuale è più bassa (39%) a causa della maggior frequenza di tumori a prognosi più severa”. AIOM ha realizzato anche la nuova edizione del Libro Bianco. “Sono 369 le strutture oncologiche in Italia – ha continuato Giordano Beretta -, 3.643 i medici oncologi, 5.278 gli infermieri. C’è una buona diffusione delle radioterapie e delle anatomie patologiche sul territorio, inferiore invece quella degli uffici studi clinici e degli hospice”. Le Linee Guida AIOM nell’ultimo anno sono state scaricate da oltre 200mila persone. Su 39 Linee Guida AIOM, 15 sono state validate dal Sistema Nazionale Linee Guida (SNLG) e, su 23 Linee Guida presenti su SNLG, 15 sono proprio di AIOM. “Vogliamo renderle internazionali, grazie alla pubblicazione su riviste scientifiche – ha proseguito il Presidente -. Inoltre i profili social ci hanno permesso di restare in contatto con i cittadini anche durante la pandemia e quest’anno è nata AIOM Tv, altro strumento importante di comunicazione. Abbiamo lanciato anche la prima FAD di AIOM sulla terapia di supporto, con oltre 100 iscritti. Ci pare un’iniziativa significativa non solo per l’acquisizione dei crediti ECM, ma anche per creare canali utili in futuro per la nostra formazione”. A chiudere proprio le prospettive. “Stiamo lavorando da oltre un anno per portare il Congresso ESMO in Italia – ha concluso il Presidente AIOM -. In caso di ripresa dei convegni in presenza, Milano è stata inserita fra le quattro capitali che potranno ospitare il Congresso europeo. Stiamo lavorando anche per dar vita a AIOM Sudamerica, un’idea sul modello di ESMO Asia. La collaborazione con alcune società scientifiche dell’America Latina ha già condotto alla traduzione in spagnolo di diverse Linee Guida. L’obiettivo è promuovere un evento in Perù il prossimo anno, se la pandemia ce lo consentirà. Infine organizzeremo incontri con amministrazioni regionali, nazionali e europee, in collaborazione con Senior Italia FederAnziani. Infine un’anticipazione sul prossimo Congresso nazionale, che avrà come logo uno scudo, per dare valore alla nostra attività in oncologia”.