ECCO I NOMI DEI VINCITORI DEI PREMI AIOM 2020
Per la prima volta assegnato anche il “Dino Amadori” per le attività sociali e umanitarie
Ieri in Auditorium, durante la cerimonia inaugurale, Giordano Beretta (presidente AIOM) e Saverio Cinieri (presidente elettto AIOM) hanno consegnato i Premi AIOM 2020.
Il Premio alla Carriera “Gianni Bonadonna” è stato vinto da Alberto Scanni, per molti anni primario al Fatebenefratelli di Milano ed ex tesoriere e segretario AIOM. “Ringrazio tutti i soci per il prestigioso riconoscimento - ha affermato Scanni -. È per me un grande onore ricevere un premio che è stato vinto da illustri colleghi negli anni precedenti. Intendo dedicarlo a tutti gli ‘oncologi del sottoscala’, cioè a quelli come me che sono stati i pionieri dell’oncologia in Italia. La nostra disciplina medica si è molto evoluta nel corso degli anni e abbiamo allargato i nostri interessi alle cure palliative, alla psiconcologia, all’interazione con le associazioni dei pazienti e di volontariato. Ci sentivamo dei ‘samurai’, come diceva spesso il mio maestro Gianni Bonadonna”.
Giorgio Scagliotti si è invece aggiudicato il Premio “Promozione dell’attività di ricerca clinica in Italia”. Direttore del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino è stato il primo italiano a presiedere l’International Association for the Study of Lung Cancer nel biennio 2017-2019. “Per me l’oncologia è un amore nato fin da quando la scelsi come specializzazione durante gli studi di medicina - ha sottolineato Scagliotti -. Mi sento di dare un consiglio ai giovani oncologi: dovete avere un piano strategico ben definito all’inizio dei vostri progetti di ricerca. Bisogna sempre provare a cercare l’innovazione e non dovete porre freni alla vostra creatività”.
Per la prima volta quest’anno è stato assegnato anche il Premio “Dino Amadori” per un oncologo che si è prodigato in attività sociali e umanitarie. Il vincitore è stato Luigi Cavanna, Direttore del Dipartimento di oncologia-ematologia dell'Azienda Usl di Piacenza. La giuria dell’AIOM ha voluto premiarlo per la sua attività d’assistenza domiciliare ai pazienti oncologici durante i primi mesi della pandemia. “Da emiliano-romagnolo sono orgoglioso di aver vinto un premio intitolato ad un grande medico emiliano-romagnolo - ha affermato Cavanna -. Piacenza è stata una città duramente colpita dal Covid e tra fine febbraio e inizio marzo la situazione nel mio ospedale era veramente difficile. Stiamo di nuovo vivendo un momento molto complicato ma noi oncologi abbiamo la cultura di seguire il malato e di farsi carico dei suoi problemi a 360 gradi. Questa nostra esperienza può essere quindi molto utile nell’affrontare l’emergenza di queste settimane”.
Infine, sempre in Auditorium, si è anche svolta la consueta premiazione per i giornalisti che si sono distinti nella divulgazione scientifica sul cancro. Il Premio giornalistico AIOM “Giovanni Maria Pace” è giunto quest’anno alla diciannovesima. La giuria per il 2020 ha scelto di premiare Letizia Gabaglio e Maria Rita Montebelli. Letizia Gabaglio è giornalista che da oltre 20 anni si occupa di medicina e ricerca scientifica. Ha scritto per L'Espresso, Mente&Cervello, Elle, Anna e oggi collabora con Repubblica e Le Scienze. Coordina la redazione di Oncoline, portale di approfondimento sull'oncologia realizzato in collaborazione con AIOM, e Salute Seno, portale dedicato alle pazienti con carcinoma mammario. Ha insegnato al Master in Giornalismo e Comunicazione Istituzionale della Scienza dell’Università di Ferrara e a “La Sapienza" di Roma e alla Sissa di Trieste. Ha curato e pubblicato anche alcuni libri. “Competenza, passione sono le doti con le quali Letizia affronta il lavoro giornalistico in campo medico-scientifico - si legge nelle motivazioni -. Un impegno attento, diretto a evitare il facile sensazionalismo privilegiando invece la verifica e l’approfondimento. Grazie al suo patrimonio di conoscenze, Letizia è professionista capace di trattare anche le materie più complesse con un linguaggio chiaro e rigoroso”. Maria Rita Montebelli è laureata in medicina, dirigente Medico al Gemelli di Roma e membro di diverse Società Scientifiche. Inizia la sua lunga carriera giornalistica nel 1992 collaborando con alcune testate. Nel corso degli anni ha scritto, tra gli altri, per Repubblica, La Stampa, Il Tempo, Il Giornale, Libero, Quotidiano Sanità, Avvenire, Milano Finanza. Maria Rita ha saputo, nel corso degli anni, coniugare la precisione scientifica con le necessità della divulgazione giornalistica. “Da sempre ha dato particolare attenzione alle innumerevoli e complesse tematiche legate ai tumori e all’oncologia - si legge nelle motivazioni -. Nei suoi articoli cerca di affrontare non solo gli aspetti più strettamente medici, ma anche quelli sociali, economici, politici ed emozionali collegati alle malattie. Temi che in sanità stanno diventando sempre più importanti anche in seguito alla recente e tragica pandemia da Covid-19. Nel giornalismo medico-scientifico, i media hanno sempre più bisogno di professionisti come Maria Rita per interpretare correttamente la realtà della sanità e della medicina”.